Il biennio terribile 1992/1993

Articolo di Maurizio Gatti

Nel 1992 Totò Riina, il capo dei Corleonesi, ha il totale controllo di cosa nostra siciliana, e non solo.

La strategia iniziata negli anni “sessanta” da Luciano Leggio e portata avanti, dopo il suo arresto a Milano nel 1974, da RIINA Salvatore (u curtu) e da PROVENZANO Bernardo (Binnu u tratturi) ha portato al massacro dei palermitani, cosa nostra è “in mano” a Riina. Il 30 gennaio 1992 la sesta sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Arnaldo Valente, conferma le condanne emesse in primo e secondo grado a carico dei mafiosi nel maxi processo di Palermo istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

La suprema Corte rigettò inoltre le assoluzioni per gli omicidi di Boris Giuliano1, del medico Paolo Giaccone (che si era rifiutato di firmare perizie false ma favorevoli a mafiosi detenuti) e del Prefetto di Palermo e Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa e gli imputati vennero rinviati a una diversa sezione della Corte d’Assise d’Appello di Palermo. 

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