Mafia, Camorra, ‘Ndrangheta, Cosa nostra, Onorata Società… una storia

Articolo di Maurizio Gatti (continua dall’articolo precedente)

ll 13 marzo 1891 a New Orleans, mentre la polizia restava inerte, una folla di “bravi cittadini” ha linciato undici siciliani che si erano rifugiati in carcere, il bilancio sarebbe stato peggiore se chi aveva organizzato l’azione, l’avvocato William Parkerson, ad un certo punto non avesse urlato “Adesso basta! Andate a casa bravi cittadini. Giustizia è fatta”. Il linciaggio avveniva in una faida tra due famiglie, i Matranga e i Provenzano, per l’imposizione del pizzo e dei prezzi ad altri immigrati siciliani (replicando il modello della Mano Nera a New York).


Il 1° febbraio 1893, su una carrozza ferroviaria Termini – Palermo, fu assassinato Emanuele Notarbartolo di San Giovanni, rampollo di una delle più eminenti famiglie aristocratiche siciliane, appartenente alla destra storica, ex sindaco di Palermo e direttore generale del Banco di Sicilia. Il Procuratore generale Sighele parlò di omicidio di alta mafia.


Come a Palermo anche a Napoli la criminalità passa dal delitto al teatro. Nel 1893 al teatro San Ferdinando di Napoli viene messo in scena il dramma di Eduardo Minichini “La fondazione della camorra”. Solo tre anni dopo, il 31 marzo 1896, il deputato Ferruccio Macola attribuì parte delle responsabilità per la sconfitta di Adua alla camorra.


Anche per Napoli, come per la Sicilia, venne creata una commissione d’inchiesta. Il 22 ottobre 1901 vennero pubblicati undici volumi di risultanze della “Regia Commissione d’inchiesta per Napoli” che definì la camorra come “l’atto di prepotenza, col quale uno o più individui s’impongono ad altri individui per ottenere, con minacce, vie di fatto, o subdolamente, una somma, una utilità, un servigio, una preferenza, bene spesso un continuo contributo forzato sul loro guadagno”.

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